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Minzolini vs Rai, atto II. L’accordo tra l’azienda e l’ex direttore del Tg1 potrebbe essere vicino

La querelle tra la Rai e l’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini (in foto, ndr) sta diventando una sorta di soap opera: dopo l’allontanamento del giornalista dalla Rai, il ricorso di costui al Tribunale del Lavoro e il rinvio della sentenza sulla richiesta di reintegro, nelle ultime ore pare si stia facendo più probabile l’ipotesi di un accordo tra le parti, che potrebbe prevedere il ritorno in azienda di Minzolini. Accusato di avere speso qualcosa come 68 mila euro (poi restituiti) in poco più di un anno con la carta di credito aziendale, tra viaggi e benefit di varia natura, il cosiddetto “direttorissimo” è stato rinviato a giudizio per peculato e rimosso dalla guida della principale testata giornalistica Rai (ora affidata, non senza polemiche al seguito, ad Alberto Maccari, ndr). Un comportamento sfociato nel penale, che ha visto la Rai costituirsi parte civile contro il suo ex dipendente. Ma, come vi abbiamo già raccontato, il Tribunale del Lavoro di Roma ha chiesto alle parti in causa di trovare un accordo prima della sentenza sul ricorso presentato dal giornalista.
E l’ipotesi non sembra poi così lontana a realizzarsi. L’indiscrezione è stata riportata dal quotidiano ItaliaOggi, secondo cui la dirigenza Rai e Minzolini sarebbero intenzionati a stipulare un accordo condiviso prima che il giudice del lavoro si pronunci sulla richiesta di reintegro avanzata dall’ex direttore. A Viale Mazzini si starebbe ragionando in merito ad un incarico nuovo di zecca: una direzione pensata apposta per Minzolini, che dovrebbe coordinare i corrispondenti esteri della Rai dalla prestigiosa sede internazionale di Parigi (altro che Saxa Rubra!), assumendosi la responsabilità di tutte le sedi distaccate, da Londra a New York.
Una posizione forse meno allettante della precedente, ma certo molto prestigiosa e non meno remunerativa: sì perchè il direttorissimo intascherebbe sostanzialmente uno stipendio pari a quello percepito alla guida del Tg1. Insomma, chi pensava che la Rai avrebbe elargito un contentino a Minzolini pur di evitarne l’eventuale reintegro forzato disposto dal giudice e mettere fine così alla causa di lavoro, si sbagliava: siamo di fronte allo strano caso di un’azienda che, vittima di una appropriazione indebita da parte di un suo dirigente, non lo caccia via a pedate, bensì gli riserva altro e prestigioso incarico, rinunciando anche a vedere riconosciuta la propria condizione di parte lesa in sede penale. Mentre non ci pensa sù due volte ad allontanare giornalisti e collaboratori il cui unico reato commesso è la troppa libertà dai vincoli e dagli schemi precostituiti.