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Tg4 di Giovanni Toti vince il premio microfono di legno. La replica a Beppe Grillo: “Fatti intervistare”

Il Tg4 di Giovanni Toti è il giornale più fazioso della televisione italiana: non lo diciamo noi, è l’esito del sondaggio online indetto lo scorso 4 giugno da Beppe Grillo sul suo blog per assegnare il premio (si fa per dire) microfono di legno ai peggiori giornalisti in circolazione. Si tratta dell’ultimo atto della guerra che il leader del Movimento 5 stelle ha dichiarato all’informazione italiana e in particolare alla televisione, perchè come spiega nel post che ha introdotto il sondaggio, “se l’informazione in Italia è manipolata, filtrata, schierata, adulterata, la massima responsabilità è delle televisioni e di chi ne fa parte“, visto che in Italia i giornali vendono pochissimo mentre “le televisioni influenzano il giudizio degli italiani più di qualunque altro media“.
Il Tg4 di Giovanni Toti e l’emittente Rete4, insieme a Bruno Vespa, si sono classificati al primo posto di questo anomalo sondaggio rivolto agli iscritti al portale del Movimento 5 Stelle, che chiedeva di votare il direttore più schierato, la rete più faziosa e il conduttore di talk show più in mala fede. I voti espressi sono stati poco più di 80mila e hanno decretato i seguenti risultati: sul podio delle reti più faziose ci sono nell’ordine Rete 4, Rai3 e Canale 5, classifica che rispecchia quella dei telegiornali con Tg4, Tg3 e Tg5. Per i conduttori di talk show Bruno Vespa scalza perfino Barbara D’Urso e Paolo Del Debbio aggiudicandosi il primo posto con oltre il 30% dei voti (molto distanziati, invece, altri giornalisti che pure sono entrati in polemica con Grillo come Corrado Formigli e Michele Santoro). Ma i vincitori del premio non sono rimasti a guardare…
Giovanni Toti ha replicato a Beppe Grillo con una lunga lettera aperta a nome della redazione, letta durante un servizio trasmesso nell’edizione delle 19 del Tg4. L’incipit recita così:
“Caro Grillo, dunque abbiamo vinto. La ringraziamo per questo prestigioso premio – il microfono di legno – proprio quello con cui oggi stiamo registrando queste parole. La ringraziamo, ma alla fine – lo confessiamo – non sappiamo bene perché. L’unico merito, ma evidentemente per lei è un demerito, è quello di aver fatto sempre il nostro lavoro (…) nonostante i ripetuti insulti ai giornalisti, che negli ultimi mesi sono andati sempre crescendo. Alle nostre tv Lei ha sempre preferito quelle tedesche o quelle turche. Ne prendiamo atto. Ma nonostante questo, noi – come gli altri colleghi – abbiamo continuato a fare il nostro mestiere, anche quando lei ha tentato di impedircelo. Mentre lei tentava di zittirci, noi abbiamo continuato a darle voce. Nel rispetto della completezza dell’informazione e soprattutto perché lo dobbiamo ai nostri telespettatori, che forse sono un po’ di più degli utenti del suo blog (…) Evidentemente i giornalisti non le piacciono (…) Ancora di meno le piacciamo noi, quelli di Mediaset. Lunedì in Sicilia è arrivato addirittura alle minacce”
Ora, a parte gli episodi certamente deprecabili in cui il leader 5 Stelle ha chiesto che fossero allontanare telecamere e giornalisti non graditi (episodi che a volte finiscono in stupidi siparietti, altre volte in sgradevoli censure) non è ben chiaro in che modo abbia addirittura “tentato di impedire” o “tentato di zittire” il lavoro del Tg4 al punto da minacciare per mesi la libertà dei giornalisti di fare il loro mestiere, posto che gli unici editti in questo senso sono stati emanati dall’ex premier Berlusconi (proprietario di Mediaset) col benestare del centrosinistra. Piuttosto, Grillo ha certamente imbracciato un’urticante campagna denigratoria contro l’informazione televisiva e non (al pari di quella che il Movimento ritiene di aver subito negli ultimi mesi). Ad ogni modo Giovanni Toti coglie la palla al balzo per invitare Grillo ad un confronto faccia a faccia. La sua lettera si conclude con un invito al leader a concedersi per una volta ai microfoni Mediaset:
“Nonostante gli insulti e le minacce, noi andiamo avanti. All’acrimonia con cui lei agita le piazze – reali e virtuali – contro le nostre tv, noi rispondiamo con la passione del nostro mestiere. Quella stessa passione che ci spinge oggi a risponderle così: trasformiamo questo microfono di legno in un microfono vero. E ci conceda un’intervista – proprio a noi del Tg4. Stando davanti a una telecamera e a un microfono vero, farà sicuramente del bene a quella libertà di informazione che tanto le è cara. E, forse, cambierà anche idea sui giornalisti”