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Emma e gli “amici” di Twitter: qualche battuta di troppo e scoppia il caso

Scritto da , il Gennaio 3, 2012 , in Festival di Sanremo Tag:

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I social network, si sa, ormai hanno fagocitato i vecchi e un po’ monotoni uffici stampa. La moda di Twitter poi, esplosa di recente tra conduttori, cantanti e starlette di ogni rango e tipologia, è ormai dilagante. La conferma arriva dall’ultima querelle in ordine di tempo: i protagonisti? Tutti personaggi di un certo rilievo e, soprattutto, tutti legati a vario titolo al gran carrozzone del Festival di Sanremo. Ma andiamo con ordine. Due giorni fa il blog Un, due, tre riportava la conversazione a suon di Tweets apparsa sul social network: a lanciare il sasso è l’agente più importante del panorama mediatico italiano, quel Lucio Presta che cura gli interessi di Roberto Benigni, Michele Santoro, Belén Rodriguez e della consorte Paola Perego. Il facoltoso manager, in vacanza in Kenya, afffida a Twitter la nostalgia dell’Italia: “Voglio tornare a casa, lavorare, stressarmi e rivedere partire i programmi, l’ansia degli ascolti, le discussioni, i nemici, gli amici‘. Gli risponde Luca Dondoni, critico musicale della Stampa e speaker di Rtl: “aho! dì la verità: leoni, savana, yoga, la cena, a letto presto che domani c’è il safari… ma dopo una sett. che due maroni…“. E Presta ribatte: “Non vedo l’ora di entrare nella savana della sala stampa dell’Ariston“. Tra i due interviene Emma Marrone, che tra il serio e l’ironico scrive: “raga… State calmi… Ci sono io… Andrà tutto bene…“.

La frase conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, la già annunciata partecipazione della cantante, vincitrice di Amici 2010 e seconda classificata all’ultimo Sanremo in coppia coi Modà, alla prossima edizione del Festival in arrivo a febbraio. Tanto è bastato per scatenare i commenti della Rete sulle presunte raccomandazioni di cui godrebbe la giovane promessa musicale: l’amicizia (ma non sappiamo se sia veramente tale) con Presta, lo scambio di battute con i critici che la giudicheranno a Sanremo, la sicurezza ostentata da Emma, anche se evidentemente in tono ironico, hanno fatto gridare subito all’inciucio e alla inaccettabile complicità tra chi dovrebbe stare su sponde opposte. Ma il cinguettìo virtuale non finisce qui: Paolo Giordano, critico musicale del Giornale, raccomanda alla Marrone di non deludere le aspettative: “Però in sala stampa devi essere ‘cazzuta’ come l’anno scorso…“. Emma lo rassicura prontamente: “anche peggio… Spero che la Venegoni abbia degli amici all’unità coronarica… stavolta!!!“.

 

 

Il riferimento della Marrone è alla giornalista della Stampa Marinella Venegoni, che ieri sulla suo blog ha replicato senza mezze misure: “Non mi sono scandalizzata che Emma Marone mi voglia mandare in unità coronarica, sono sicura che è una simpatica iperbole. Da ragazza di mondo che ha impostato la propria promozione sulla parola parlata (unica da lungo tempo in questo ambiente dove il silenzio degli emergenti o dei debuttanti si è fatto sempre più rumoroso), credo che la cosa più intelligente che Emma possa fare sia di cercare belle canzoni da cantare, perché lo spread fra quello che dice e quello che canta è stato finora quasi più inquietante di quello che ci tiene incatenati ogni mattina alle notizie economiche. Sarò ben lieta, in caso di dibbbbattttito in sala stampa a Sanremo, di confrontarmi comunque con questa ragazza così ‘cazzuta’ (e all’unità coronarica ci manderei sua sorella, casomai)”. La giornalista prosegue con una critica all’inopportuno e ambiguo legame che unisce personaggi i protagonisti di questa conversazione (“i cantanti cantino, i critici critichino“), definendo “scandalizzante (…) la complicità fra chi giudica e chi viene giudicato. Una cosa che davvero non si sopporta più”. Dulcis in fundo, il saluto al manager onnipotente: “In quanto a Lucio Presta, lasciamolo lì nella sua vasca piena di latte d’asina del Kenia“.

Ora, che i contatti tra critici e cantanti ci siano sempre stati, è cosa risaputa, così come è evidente che i social network ne amplificano la portata, da un lato, ma hanno il vantaggio di rendere la cosa pubblica, dall’altro. O sarà semplicemente che la Marrone, anzichè raccomandata, è riuscita abilmente a distinguersi dagli altri fuoriusciti dai talent/reality show per avere, oltre che una bella voce e indubbia presenza scenica, una personalità spiccata e un cervello pensante (chi se la ricorda da Santoro a parlare della crisi o sul palco della manifestazione delle donne “Se non ora quando?“), come peraltro notato dala stessa Venegoni. Tanto strano, dunque, che critici e manager siano così interessati a lei?