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Sabrina Ferilli, appello per l’operaio licenziato: “Reintegratelo subito”

Scritto da , il Aprile 21, 2021 , in Interviste
Foto Svegliati Amore Mio Sabrina Ferilli

Sabrina Ferilli lancia un appello per l’operaio licenziato per un post: “Reintegrate Riccardo Cristello”

Un grido di dignità e attenzione al prossimo è quello lanciato da Sabrina Ferilli sulle pagine de Il Fatto Quotidiano. Una lettera che l’attrice di Svegliati amore mio, insieme ai registi Simona Izzo e Ricky Tognazzi, indirizza al Dott. Bernabè. “Libertà è partecipazione” inizia così l’appello di Sabrina Ferilli per l’operaio licenziato per un post su Facebook, da Arcelormittal, ex Ilva. La lettera è indirizzata a Bernabè, nominato dal governo presidente dell’ex Ilva in quota Invitalia. “Le chiediamo di intervenire” continua la lettera scritta per Riccardo Cristello “affinché venga reintegrato subito”. Sono giorni che la Ferilli chiede giustizia per l’operaio licenziato da Arcelormittal, insieme ai registi e ad altri volti noti dello spettacolo. La speranza è che le loro voci non passino inosservate e che l’operaio possa riavere il suo lavoro.

Operaio licenziato da Arcelormittal, Sabrina Ferilli: “Qualcuno vorrebbe negare la libertà di pensare”

Non è ben chiaro quale sia la colpa dell’operaio licenziato per un post su Facebook, lasciando un padre e un marito senza lavoro. Già ieri Simona Izzo aveva promesso di aiutare l’operaio, sostenendo le spese legali che lo porteranno, si spera, ad avere giustizia. Ma oggi registi e Sabrina Ferilli tornano a spendersi a gran voce, dimostrando un impegno costante e non le parole di un momento. “Qualcuno vorrebbe negare la libertà di pensare” scrivono Ricky Tognazzi, Simona Izzo e Sabrina Ferilli. In questa vicenda in cui l’unica colpa dell’operaio sembra proprio quella di aver avuto il coraggio della propria libertà d’espressione.

Operaio licenziato Svegliati amore mio, Sabrina Ferilli: “Ricatto più temibile per un padre di famiglia”

La lettera che Sabrina Ferilli, Ricky Tognazzi e Simona Izzo scrivono su Il Fatto Quotidiano si interroga a lungo sui diritti. I tre si chiedono dove finisce la libertà d’espressione se non è più possibile commentare una qualsiasi forma d’arte. Peraltro i tre ricordano che l’operaio licenziato per un post non ha fatto nomi. Si è limitato a ritrovarsi nella storia di Svegliati amore mio, che non punta il dito su nessuno. La storia parla, in generale, del dramma di tante famiglie che vivono vicino alle acciaierie. La lettera continua:

“Un episodio increscioso come questo sembra voler censurare le idee. E lo fa con il ricatto più temibile per un padre di famiglia: quello del lavoro”.

I tre, concludono chiedendo che ci sia un riscontro. Nella speranza, più importante, che l’operaio possa riavere al più presto il suo lavoro.