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Diletta Leotta, dramma del passato: “Pensavo che la mia vita fosse finita”

Scritto da , il Ottobre 16, 2025 , in Gossip
foto diletta leotta verissimo

La conduttrice sportiva ricorda: “Pensavo che la mia vita fosse finita”

In un’intervista a Vanity Fair la conduttrice sportiva Diletta Leotta ha parlato di quando le sono state rubate delle foto intime che hanno poi fatto il giro del web. Una violazione indicibile che l’ha fatto soffrire oltre ogni modo: “Pensavo che la mia vita fosse finita. Mi sono sentita paralizzata. Avevano rubato alcune immagini intime e, insieme a quelle, diffuso anche il mio numero di telefono in una cartella su Dropbox. Nel giro di pochi minuti ho ricevuto centinaia di chiamate e messaggi. Il telefono si è bloccato.In quel momento ho capito che stava succedendo qualcosa di grave. Ero sola, avevo 26 anni, mi sono sentita paralizzata: fragile e violata nella mia identità, nella mia libertà, nella mia privacy”.

Diletta Leotta cosa ha provato? “Totale sconforto e solitudine”

Cosa si prova in questi casi? Diletta Leotta lo ha raccontato nell’intervista al magazine sopracitato: “Totale sconforto, un senso di solitudine incredibile. Non sapevo cosa fare. Poi ho trovato il coraggio di andare alla polizia postale a denunciare. Non è stato facile: ero giovanissima, da sola a Milano, e non avevo nemmeno un telefono funzionante per chiamare i miei genitori. Loro hanno saputo subito cosa stava succedendo, ma ricordo la paura di quei momenti. Mi sono ritrovata a combattere contro un gigante invisibile, senza strumenti né leggi che mi tutelassero. A 26 anni non hai i mezzi per affrontare una cosa simile”.

Diletta Leotta: “Raccontare un dolore così è complicato”

Diletta Leotta ha poi concluso così il suo racconto su una cosa molto intima: “Raccontare un dolore così intimo è complicato ancora adesso. Ma oggi mi sento molto più forte. Sono orgogliosa di quella ragazza di 26 anni che ha trovato la forza di reagire, anche se non pensava di averla. Oggi sono la donna che sono anche grazie a quella forza. Camminavo tra i corridoi e avevo la sensazione che tutti mi guardassero nuda, attraverso quelle immagini. Non era il loro sguardo a essere sbagliato, era la mia percezione”.