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Roberto Ciufoli: “Io al Gf Vip? Mai nella vita. Ho altri sogni” (INTERVISTA)

Scritto da , il Giugno 17, 2021 , in Interviste
Foto Roberto Ciufoli

La simpatia del comico vero, la signorilità d’altri tempi, la voglia di fare di un esordiente nonostante un curriculum di tutto rispetto. L’artista Roberto Ciufoli fa un bilancio della sua esperienza all’Isola dei famosi dopo aver ripreso in mano la propria vita. Intanto quella privata, poi quella professionale, che il simpatico artista romano ha una voglia matta di arricchire. Di sogni nel cassetto Roberto Ciufoli ne ha ancora diversi, a partire da uno: “Trovare la chiave!” – scherza l’artista parlando in esclusiva a noi de Lanostratv.it prima di fare chiarezza – . “Sogno di fare qualcosa che mi tenga alto il livello di adrenalina, ma non il Grande Fratello Vip“.

Roberto, coma va il ritorno alla vita normale dopo l’Isola dei famosi?

“E’ tutto un po’ strano, è stata una lontananza molto particolare. Io sono abituato perché essendo in tournèe tutto l’anno con il teatro so cosa significhi stare lontano da casa, ma non avere notizie esterne e una cognizione del tempo rende del tutto strana questa avventura. Vivere per tre mesi in condizioni disagiate con cibo ridotto all’osso, dormire in condizioni particolari e la mancanza di oggetti come possono essere un asciugamano creano una condizione di sfasamento che si recupera piano piano. Ci si muove lentamente (ride ndr)”.

Le manca qualcosa dell’Isola?

“Ci stavo pensando proprio in queste ore, non mi mancano le dinamiche di comportamento e relazione, ma le situazioni belle date dalla natura, come il vento, il rumore del mare un po’ manca. La prima notte passata in albergo una volta uscita dall’Isola non l’ho passata bene, ho dormito poco e quasi scomodo sul materasso, mi mancavano il vento e il mare . La natura umana invece non mi manca affatto”.

Ha qualche rimpianto?

“Come sempre ci si ferma a pensare una volta finita un’esperienza, non posso dire di aver fatto tutto perfettamente, ma allo stesso tempo non mi pento di quello che ho fatto. Se potessi tornare indietro cercherei di essere un po’ più furbo come lo sono stati in diversi. Io sono abituato a fare piuttosto che a dire di aver fatto, ho sempre fatto così nella mia vita. Invece ho visto che tante volte ha funzionato il pubblicizzare di fare qualcosa”.

Si piace fisicamente dopo l’Isola?

“Mi sono impressionato quando mi sono visto allo specchio per la prima volta dopo l’Isola. Ho visto un pezzo d’uomo, l’altro pezzo è evaporato sull’Isola. Sono dimagrito 17 kg e per me che non sono partito grasso sono veramente tanti. Ho già recuperato qualche chilo, si recuperano abbastanza velocemente. Con il tempo andrò a riprendere anche la massa muscolare perso facendo sport attivo come ho sempre fatto”.

E se le proponessero di fare il Grande Fratello Vip?

“Mai, mai nella vita! Fermarmi su un divano e spettegolare su tizio e caio per me che sono abituato a fare di continuo sarebbe la morte. Non sono il tipo per fare una cosa del genere, non lo farei mai. E’ un po’ la piega che ha preso anche l’Isola, tutto sommato ha trionfato l’idea di aver portato il divano in riva al mare. Andrea e Awed, con tutto il rispetto, hanno fatto il Grande Fratello e non l’Isola”.

Le piacerebbe fare più cinema?

“Mi sarebbe piaciuto fare più cinema e magari verrà, confido di avere un tempo futuro da impiegare, mentre a teatro ho spaziato come ho voluto. In Italia gli operatori dello spettacolo, specialmente al cinema, si tende ad etichettare e se ne esce con grandissima difficoltà. Peggio per loro, si sono persi un grande attore (ride ndr). Scherzi a parte, ho preso parte ad alcuni film molto interessanti, è successo ogni tanto però, purtroppo c’è una pigrizia mentale che condiziona il nome del cinema italiano, ci sono una dozzina di nomi che ricorrono e uscire da quelli è difficilissimo”.

Secondo lei oggi La premiata ditta, se dovesse partire da zero, funzionerebbe?

“Non lo so, probabilmente oggi non funzionerebbero diverse cose del passato. Mi viene in mente l’umorismo surreale di Cochi e Renato, oppure ancora più indietro degli sketch di Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi non so se funzionerebbero. Il vero grande difetto di quello che vedo oggi è una mancata ricerca del passato, si snobba e si va a riproporre cose che non avendo un confronto rischiano di presentarsi ancora più vecchie. Senza studio del passato non c’è confronto e non ci si può evolvere, i giovani che ci sono oggi, in particolare quelli che partono dal web con la spocchia di ignorare ciò che gli ha preceduti trovo che siano banali, semplicemente perché non hanno una base”.

Le è rimasto un sogno nel cassetto?

“Sì, quello di trovare la chiave del cassetto (ride ndr). Vorrei fare qualcosa che sia in grado di tenermi alto il livello di adrenalina. Recentemente ho portato in scena un monologo serio, un testo bello e intenso in cui recito su una base musicale, è stato un lavoro difficilissimo in cui 10 personaggi parlano della figura di Gesù dal loro punto di vista. Cerco di rendermi la vita difficile da solo invece che semplificarmela, mi invento la possibilità di poter fare qualcosa, è una sfida grossa. Voglio affrontare le sfide che mi tengono vivo”.

Le sono arrivati messaggi anche da un pubblico giovanile?

“Devo ancora leggere tutto, ma da quello che ho visto ci sono anche diversi messaggi lusinghieri di diversi giovani e questo mi rende orgoglioso”.

E se la vedessimo in una serie Netflix?

“Sarebbe bellissimo, magari con La premiata ditta, ci vogliamo ancora molto bene. E’ diverso tempo che non lavoriamo tutti quanti insieme, chissà che non possa nascere una bella serie”.