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Nicola Santini conduce ‘We love design’: “Un programma di nuova generazione” (INTERVISTA)

Scritto da , il Settembre 6, 2021 , in Interviste

Giornalista, scrittore, docente, collezionista d’arte, Nicola Santini è, secondo molti, il più grande esperto di galateo che abbiamo in Italia. Proprio quest’ultima delle sue passioni gli ha permesso di ottenere la notorietà presso il grande pubblico televisivo, grazie alla fiducia che gli hanno corrisposto alcune delle conduttrici più influenti ed apprezzate del panorama nostrano. Quest’oggi, alla vigilia della partenza del suo nuovo programma, We love design su Mediaset Infinity, siamo lusingati di poterlo ospitare in esclusiva su LaNostraTv.

Nicola, grazie per la fiducia. Stai per intraprendere un nuova avventura su Infinity, ti andrebbe di spiegarci di cosa si tratta?

We love design è un programma di nuova generazione ideato da Aldo Dalla Vecchia. Con Aldo avevo già lavorato ed è nata anche una grande amicizia negli anni. Infinity ha aperto le porte a dei format pensati per essere fruiti da un pubblico che in poco tempo – il programma dura 15 minuti circa per ogni puntata – vuole accedere a contenuti di qualità anche nel segmento lifestyle.”

Com’è nata l’idea di questo nuovo programma?

“Intanto ti anticipo che We Love Design è un programma che fa parte dei contenuti gratuiti di Mediaset Infinity, quindi non c’è bisogno, per seguirlo, di un abbonamento a pagamento. L’idea è nata dalla passione comune che Aldo dalla Vecchia e io abbiamo per le belle case. Determinante è stato l’incontro con Marzia e Leonardo di Dainelli studio, architetti con una visione contemporanea e grandi sostenitori del made in Italy, con un portfolio di case che sono le protagoniste di ognuna delle cinque puntate di questa prima serie.”

In passato sei stato tra i volti di Detto Fatto. Che ricordo hai di quella esperienza?

“Sono arrivato a Detto Fatto dopo 3 anni al La Prova del Cuoco che è stato uno dei programmi più amati della televisione italiana e altri tre con Il Treno dei desideri sempre condotto da Antonella Clerici, quindi ero già allenato in qualche modo ai programmi destinati al grande pubblico. Di diverso rispetto agli altri programmi, Detto Fatto mi ha dato la possibilità di veicolare le regole del galateo attraverso una formula quasi comica, dove le regole si imparavano non attraverso il classico tutorial ma divertendosi andandosi a riconoscere negli errori. Io però amo anche le nuove sfide, per questo nell’ultima stagione sono stato uno degli ospiti fissi del salotto di Adriana Volpe su Tv8, e anche questa è stata un’ottima esperienza che mi ha fatto lavorare con autori eccellenti e una squadra di persone motivate ed entusiaste, cosa che mi mancava da un po’. La nuova formula televisiva di Infinity mi diverte proprio per questo carattere embrionale che un po’, nella TV generalista, si è perso.”

In Tv hai collaborato con Bianca Guaccero, Caterina Balivo, Antonella Clerici, Silvia Toffanin… Che ricordo ti hanno lasciato?

“Antonella Clerici è stata quella che per prima ha investito spazio e tempo su di me. Ho iniziato con il suo ‘treno dei desideri’ quando non avevo mai avuto uno spazio mio in televisione, fatta eccezione per qualche semplice intervista. Negli anni continua ad essere la più grande professionista e una delle persone umanamente più significative del mio percorso.
Bianca Guaccero, invece, è una donna simpatica, ironica e molto attaccata al suo lavoro. C’è stata una sintonia immediata, andavamo quasi sempre a braccio.
Silvia Toffanin lesse una mia intervista su un giornale e mi volle subito con una rubrica su Verissimo, concedendomi ampia libertà e valorizzando il significato delle buone maniere.
Il programma che però mi è piaciuto di più è stato ‘Quelle brave ragazze…’ con Valeria Graci, Veronica Maya, Arianna Ciampoli, Mariolina Simone. Ho lavorato con autori come Claudia Manari e Micol Palmieri che mi hanno insegnato l’arte della televisione in diretta. Una vera e propria scuola. E poi c’è ‘Cotto e Mangiato’, dove la mia rubrica sul Bon Ton a tavola va avanti da 6 anni e con Tessa Gelisio c’è una grande intesa. Mi rivedrete anche lì.”

All’inizio della tua carriera immaginavi di poter diventare, tale ti considerano in molti, il massimo esperto di galateo in Italia?

“Ti confesso che io non sono uno che pianifica molto, faccio veramente quello che mi passa per la testa e tutto ciò in cui credo, finché ci credo. Il fatto di essere il massimo esperto, secondo molti, ovviamente mi fa piacere. Devo dire che non c’è nemmeno tantissima concorrenza, forse perché le buone maniere sono gratuite e quindi non fanno guadagnare nessuno. Ci sono argomenti più furbi e più remunerativi che hanno attratto miei colleghi che magari hanno pensato di parlare di etichetta come qualcosa di molto facile da fare ed elegantissima da dichiarare ma senza la curiosità di approfondire. Per me il galateo è un argomento che anzitutto mi incuriosisce a telecamere spente.”

A proposito di galateo, ci sveleresti qualche regola che magari nessuno conosce, qualcosa che pensiamo di fare nel modo giusto ma che, in realtà, ci fa cadere goffamente in errore?

“Un esempio pop. La pizza si mangia con forchetta e coltello. È un argomento che mi contestano ogni volta che ne parlo. Se dico pizza devo poter intendere sia la pizza che rimane compatta quando la si divide a fette, sia quella impossibile da prendere mangiare con le mani senza sporcarsi o fare dei gesti poco eleganti. Se quindi dico pizza devo optare per la soluzione che garantisca tutto. Questo fa il galateo.”

Quest’oggi ci hai aperto le porte di casa tua, ma presto sarai tu ad entrare nelle case degli altri…

We love design parla di case: è un argomento che mi interessa la sempre. Io vivo tra Milano e Trieste, e se a Trieste non cambierei nemmeno un tovagliolo, negli ultimi 15 anni a Milano ho cambiato casa almeno 6 volte, ogni volta progettando una casa che fosse il contrario di quella precedente. Questa che sto mostrando in anteprima ai lettori de LaNostraTv è un po’ la sintesi di tutte le cose precedenti. C’è un’atmosfera retrò con i pavimenti in legno che cigolano e che mi sono rifiutato di restaurare, i soffitti alti che ho fatto recuperare da Emanuela Marchesini e dal suo staff di artigiani toscani, in grande contrasto per esempio con il pavimento in cemento della cucina che ho fatto fare dal mio amico Pasquale Leo. I piani del tavolo della cucina e i pavimenti del bagno sono in marmo di Carrara: mi ricordano le mie origini toscane, così come la collezione di quadri tutti presi a Pietrasanta. Il risultato è una macchina del tempo tra le cose belle di ieri e il design contemporaneo che ha determinato la punteggiatura di ogni stanza: lì c’è lo zampino di Marzia e Leonardo Dainelli.”