Sanremo, l’affondo di Vessicchio: “È il festival dei cantanti, non della canzone”

Peppe Vessicchio: “Un tempo si sceglievano le canzoni, poi gli interpreti”

Arriva un affondo, anche se sarebbe meglio dire una riflessione, di Peppe Vessicchio in un’intervista a La Stampa: “Un tempo si sceglievano le canzoni e poi le si abbinavano all’interprete. Oggi, il contrario. È il protagonista. Addirittura al momento della scelta dei big in gara annunciano il nome del cantante, il titolo del brano viene dopo”. E si potrebbe aggiungere che è anche il Festival dei soliti autori perché mai come quest’anno si sono presentati sempre gli stessi nomi, già criticato da diversi rapper come Marracash.

Il maestro Vessicchio non immagina un Sanremo senza Rai

Ma il pubblico riuscirebbe a immaginare un Festival di Sanremo senza Rai? Impossibile per il maestro Peppe Vessicchio: “Non lo vedo trasmigrare su un’altra rete che non sia la Rai. Essendo soprattutto un programma televisivo, un meccanismo che genera pubblicità e punta all’auditel, l’ente di stato farà di tutto per tenerselo”. Ma anche il comune della città di Sanremo lo sa che senza Rai non avrebbe più la sua manifestazione canora, come ha potuto vedere dalle proposte ricevuto in seguito al bando: una sola, quella della Rai.

Festival di Sanremo: momenti indimenticabili di Peppe Vessicchio

Ma quali sono i momenti indimenticabili nella lunga carriera di un grande conoscitore della musica come Peppe Vessicchio? Quella volta in cui ascoltò l’immensa Whitney Houston alle prove pomeridiane o quando vide Ray Charles che, dopo la sua esibizione, si sedette per ascoltare con attenzione gli altri colleghi che non conosceva. E poi la sua collaborazione con Elio e le Storie Tese che quando scoprì che erano arrivati secondi con La terra dei cachi salì su un tavolo e urlò che il Festival di Sanremo (speciale Domenica In a rischio) era truccato perché sarebbero dovuti arrivare ultimi.