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Oggi è un altro giorno, Serena Bortone chiarisce: “Non ho fatto una gaffe”

Scritto da , il Settembre 29, 2022 , in Personaggi Tv
foto Serena Bortone ad Oggi è un altro giorno

Serena Bortone commette una gaffe? Ospite la rassicura: “La pronuncia è giusta”

Nella puntata odierna di Oggi è un altro giorno, giovedì 29 settembre, è stato ospite Paul Mazzolini leader del celebre gruppo anni ’80 dei Gazebo. Tuttavia proprio la pronuncia del nome dell’artista da parte delle conduttrice ha creato delle incomprensioni in studio. La Bortone, infatti, pronunciava il nome ‘Gazibo’ mentre altri lo pronunciano in italiano ‘Gazebo’ qual è la pronuncia corretta? La risposta l’ha data in diretto lo stesso Mazzolini che ha chiarito come quella della conduttrice fosse quella corretta. Gaffe evitata, quindi, per la Bortone che alla fine ha concluso:

“Si dice Gazibo, quindi non ho commesso una gaffe.”

Oggi è un altro giorno, la conduttrice fa un altro chiarimento: “Non intendevo la droga”

Durante la chiacchierata con il cantante dei Gazebo Serena Bortone ha fatto più di uno scivolone. Nel dettaglio, l’artista ha svelato di parlare ben 5 lingue e di aver viaggiato molto nella vita ed apprezzare moltissimo, per esempio, la Danimarca. E proprio riferendosi a questo Paese la conduttrice del talk di Rai1 ha voluto fare un chiarimento sulle sue frasi:

“Per paradiso intendevo dell’anarchia non mi riferivo alle droghe che fanno malissimo e non mi stancherò mai di ripeterlo e lo voglio sottolineare non sia mai qualcuno ci fraintendesse.”

Insomma, quella di oggi è stata una puntata parecchio complicata per la Bortone contraddistinta da gaffe sfiorate, scivoloni e chiarimenti, mentre ieri è apparsa provata per una brutta notizia.

Paul Mazzolini (Gazebo) svela ad Oggi è un altro giorno: “Ho vissuto la guerra”

Il cantante ospite di Serena Bortone, infine, ha concesso una lunga intervista dove si è sbilanciato sia sulla sua carriera, lanciatissima negli anni ’80 che poi ha subìto un’arresto nel 1990 che sulla sua vita privata. Ed a proposito della sua infanzia ha confessato di aver vissuto la guerra dei sei giorni del Libano, essendo lui nato a Beirut: “La guerra è tutto ciò che la precede e tutto ciò che la segue. Fu un bel trauma, tanto che mia madre propose a mio padre nel 1968 di vivere in un posto più tranquillo, Copenaghen, che era esattamente il contrario del posto che ci lasciavamo alle spalle.”