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Reazione a Catena, Marco Liorni curioso retroscena: “Una volta ho finto…”

Scritto da , il Settembre 18, 2020 , in Interviste
foto Marco Liorni 11 luglio

Marco Liorni svela un curioso retroscena: “Una volta ho finto di essere il nipote di Lattuada”

Marco Liorni, il conduttore appassionato di psicologia, sociologia ed economia che stiamo vedendo sul piccolo schermo alla conduzione di Reazione a catena, ha sognato di far televisione, di essere proprio dov’è, sin da bambino. Quello per il piccolo schermo è un grande amore raggiunto dopo anni di gavetta tra radio ed emittenti locali. Oggi Liorni è un volto simbolo della Rai e raggiunto da La Stampa, il conduttore di Reazione a catena e Italia Sì, ha raccontato che il suo primo ricordo è legato proprio ad una telecamera in bianco e nero con un nastro magnetico donatagli dallo zio d’America. La sua passione per la televisione è iniziata, quindi, da piccolo e l’ha spinto anche a fare qualche marachella: “Una volta ho finto di essere il nipote di Lattuada per riuscire ad entrare allo Studio 9 dove lui stava lavorando“.

Reazione a catena, Marco Liorni dichiara: “Si ride al punto di dover bloccare la registrazione”

Uno dei volti più apprezzati della Rai, Marco Liorni sta conducendo il game show più seguito dell’estate, Reazione a catena (nel quale ieri ha fatto una rivelazione inaspettata sui concorrenti), che è reso vincente dalla capacità di far sentire liberi con la fantasia: “E’ una macchina da guerra. E’ come un viaggio che unisce la conoscenza della lingua italiana con la fantasia” ha spiegato Marco Liorni: “Il clima in studio è gioioso. A volte si verificano situazioni talmente buffe che si ride al punto di dover bloccare la registrazione

Marco Liorni alla conduzione di Reazione a catena: “Questo lavoro ha un rischio”

Ciò che in effetti contraddistingue Marco Liorni è proprio la sua eleganza nel condurre, la stessa eleganza che metterebbe in atto anche alla conduzione di Affari Tuoi. “Non c’è un modello” ha spiegato il conduttore di Reazione a catena che, in un certo momento della sua carriera, ha capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto: “Mi stavo snaturando. Ho capito che andavo con il pilota automatico. Questo lavoro ha un rischio: a un certo punto sei talmente compenetrato in quello che fai, che tendi a diventare la tua proiezione, perdendo te stesso“. E c’è stato anche un momento in cui Marco Liorni ha pensato di mollare tutto, ma il peggio è passato: “Mai abbattersi nei momenti bui