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Nino D’Angelo choc a Oggi è un altro giorno: “La Camorra ha sparato in casa mia”

Scritto da , il Aprile 5, 2022 , in Musica
foto Nino D'Angelo ad Oggi è un altro giorno

Oggi è un altro giorno, Nino D’Angelo fa una confessione scioccante: “La Camorra ha sparato a casa mia”

Nella puntata odierna di Oggi è un altro giorno, martedì 5 aprile, è stato ospite Nino D’Angelo. Il cantautore napoletano ha concesso una lunga intervista a Serena Bortone a tratti molto emozionante come quando ha rivelato di aver sofferto di depressione e soprattutto il dolore mai superato nell’ aver perso giovanissimo la madre, morta a soli 58 anni per un ictus. Ed inoltre, Nino D’Angelo ha fatto una confessione scioccante , rivelando di essere finito nel mirino della Camorra:

“Spararono due volte a distanza di un mese, era una cosa seria. Mi minacciarono attraverso altre persone. Hanno sparato due volte, ci siamo messi paura perché era una cosa seria.”

Nino D’Angelo spiazza ad Oggi è un altro giorno: “Fui costretto a lasciare Napoli”

Nino D’Angelo durante l’intervista ad Oggi è un altro giorno ha confessato che in seguito alle minacce ricevute dalla Camorra è stato costretto a scappare dalla sua bellissima città. Il cantautore ha confessato:

“Non avrei mai voluto lasciare Napoli ma la famiglia è anche più importante. Napoli è la mia vita, all’inizio è stato difficile starle lontano. Io sono fiero di essere napoletano, è una città piena di cultura.”

Nino D’Angelo ospite da Serena Bortone più volta ha sfiorato il pianto parlando della sua famiglia e delle sue origini.

Oggi è un altro giorno, Nino D’Angelo confessa: “Nella mia carriera ho sofferto il razzismo”

Ad Oggi è un altro giorno Serena Bortone ha apportato dei cambiamenti tra gli ospiti fissi. Nino D’Angelo, invece, durante l’intervista ha rivelato che all’inizio della sua carriera ha subito del razzismo: “Ho sofferto. C’era razzismo musicale nei miei confronti, questo fatto mi faceva arrabbiare. Io volevo sentirmi uguale agli altri, ma al massimo cantavo a Secondigliano, non mi concedevano il teatro di Napoli».